Cosa copriva di Cristina Bove
Se il tentativo è capire utilizzando la sola intelligenza, utilizzando il già detto e ripetuto, il tentativo andrà sicuramente a vuoto. Ma se durante la lettura si socchiuderanno gli occhi e invece di leggerle ci si lascerà cullare dalle parole, aperto il cuore, si spalancheranno allora le porte della comprensione. Non più misteri, non più moltiplicazione di equivoci, ma la nuda verità che fa capolino dietro l’evidenza ingannevole delle convinzioni.
Buona lettura.
Mauro Antonio Miglieruolo
Cosa copriva
di Cristina Bove
Nel togliersi il cappotto
si vide bene ogni particolare
segni d’irriconoscimento li potremmo dire
non servono bottoni mormorò la donna
prima sfilò le maniche
era in piedi e guardava davanti
un moto si risolse nello specchio
ci si sforzava di distinguere
gigli in penombra
le passamanerie delle pareti
i movimenti cauti
si poteva cadere per un sibilo
o vorticare un attimo
dipendeva dal gesto volontario e dalle storie
che un ninnolo cinese riusciva a raccontare
forse un foulard turchese poteva ricoprire
non è detto
un altare per cerimonie mimiche
fu così che perdette il corpo
sotto non c’era niente, non domandate come
era rimasto solo un che d’argento, sembravano capelli
non fu mai confermato.
qualcuno espresse un desiderio
credendoli perseidi cadute dallo sciame
erano perseidi…
raccontavano di cieli d’agosto
e di uno specchio d’argento
Grazie, Mam
buona giornata
c
raccontato bene, raccontare meglio non facile…
È una poesia fantasmagorica: una specie di danza dei sette veli dell’anima.
Grazie, Mimma. simpatica la danza dei sette veli…
magnifica metafora…
Bellissima, singolare, cristiniana. Bacio Cris.
Un grazie a MAM
un grazie a te! bacio anche.
un abbraccio a ambedue…
si vide tutto fuorchè ciò che c’era da vedere veramente
sempre splendida tu
baci
a volte non si vede quello che abbiamo sotto gli occhi…
grazie, the.
baci