Una vera bufala
La bufala
da Daniele Barbieri (danielebarbieri.wordpress.com/2012/05/19/la-bufala/)
Traduzione di Maria G. Di Rienzo. Marjan Wijers ha raccolto questa testimonianza (per Rights4Change) durante la sua partecipazione al 12° Forum di Awid – http://www.awid.org – a Istanbul, Turchia, tenutosi dal 19 al 22 aprile 2012.Forse la storia più buffa e più rivelatrice che ho sentito è stata quella di una sex worker indiana e del suo programma di “riabilitazione”. Invece della macchina per cucire, l’attrezzo usato di solito in questi programmi, a Renahu fu data una femmina di bufalo.
Ovvero, quando la buona volontà non basta
di Marjan Wijers
La bufala (in italiano il gioco di parole è irresistibile, come vedrete alla fine dell’aneddoto) avrebbe dato latte, e quel latte Renahu lo avrebbe venduto al mercato e avrebbe potuto smettere di prostituirsi. Perciò Renahu fu molto felice di portarsi a casa la bufala. Tuttavia, si accorse subito che la bufala aveva bisogno di mangiare: per cui si trovò a lavorare il doppio, per nutrire se stessa e l’animale. Inoltre, i giorni passavano e la bufala non produceva latte.
«Nessun problema» le dissero: «La bufala deve avere un cucciolo e allora farà latte».
«Ma come faccio a farla restare incinta?».
«La porti da Rama, che ha un bufalo maschio».
Così, Renahu portò la bufala da Rama e scoprì che il prestito del maschio non era gratuito.
«Alla fine» raccontava Renahu «dovevo fare il triplo del lavoro sessuale: per pagare il mio cibo, per pagare il foraggio della bufala, e per pagare affinché la bufala facesse sesso».
Renahu mise una briglia alla bufala e la riportò da dove era venuta.
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