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10 febbraio 2013 / miglieruolo

Se questo non è odio!

La tuta del calcetto
da: lunanuvola, blog di Maria G. Di Rienzo
http://lunanuvola.wordpress.com/2013/01/18/la-tuta-del-calcetto/

La notizia di oggi, proveniente dalla bella provincia trevigiana in cui risiedo, è questa: “Tenta di uccidere la moglie e dice ai carabinieri: Non mi ha lavato la tuta del calcetto. Prima cerca di soffocarla in garage poi la carica in auto, finge un incidente stradale e dà fuoco alla macchina.”

La donna, trentenne, è riuscita a risvegliarsi dal secondo svenimento (era stata di nuovo strangolata in automobile) e ad uscire dal mezzo. Attualmente è ricoverata con ustioni di secondo e terzo grado. Della famiglia fanno parte due bimbi piccoli.
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“Il marito, impiegato di 34 anni, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio. A scatenare la furia dell’uomo, in crisi con la moglie da parecchi mesi, è stata la tuta del calcetto che la donna, anche lei impiegata, non gli avrebbe lavato.”

Questa volta, per favore, analizziamo la questione serenamente e senza pregiudizi. Basta con le solite storie sulla condizione delle donne e la violenza domestica e il femminismo e il femminicidio. Basta. Esperti rappresentanti delle maggiori ideologie e tradizioni etiche del nostro paese hanno così risposto all’eterna domanda: di chi è la colpa?

Della crisi economica. Se i due coniugi, entrambi impiegati, avessero avuto stipendi migliori l’uomo avrebbe posseduto 2 o più tute da calcetto, e il rancore per il lavaggio non avvenuto non sarebbe mai sorto in lui.

Del mercato globalizzato. Queste tute importate (quasi sempre da Cina e India) sono di qualità davvero povera e si consumano e sporcano troppo facilmente. Una sola soluzione: autarchia!

Del calcetto. Se l’uomo invece di darsi ad un passatempo così dozzinale avesse giocato a golf come tutte le persone che davvero contano, al massimo avrebbe ammazzato il caddy.
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Della lavatrice. E’ chiaro che un uomo (vero) ha difficoltà ad usare da solo un attrezzo del genere, pensato per la mentalità e le capacità delle donne. Sarebbe ora che i produttori coprissero questo segmento di mercato, ideando lavatrici virili o adeguando le istruzioni per l’uso (“Apri il portello. Vedi questo bel varco rotondo? Che ne dici di infilarci qualcosa, vecchio marpione?”)

Del fato. Non possiamo sfuggire a questa realtà. Alcune cose accadono senza che noi si abbia fatto nulla per indurle ad accadere. E’ successo che lui abbia tentato di strangolare sua moglie due volte. E’ successo che abbia dato fuoco all’automobile con lei dentro. E’ successo che gli è andata male, perché la donna – mannaggia – è ancora viva.

Di Satana. Ce lo ha detto anche il Papa che Satana esiste, e il Papa è infallibile. Il Maligno ha sussurrato cose terribili all’orecchio di un giovane uomo onesto, buon marito e perfetto padre di famiglia, portandolo alla follia. Come misure preventive non giocate a calcetto se non in oratorio e usate tute di carta usa-e-getta. Preghiamo.

Ma da qualunque parte la si voglia vedere, la colpa non è sua. Quest’uomo non ha nessuna responsabilità. Era seccato. Non sopportava più. La tuta era davvero sporca. E poi, volete considerare o no la delicatezza con cui ha messo a letto i figlioletti di 4 e 2 anni prima di tentare di assassinare la loro madre? Maria G. Di Rienzo
***
Mi sono permesso di cambiare il titolo per offrire la dimensione che la stampa, i cui atteggiamenti sono qui bene messi alla berlina, tende a nascondere: l’odio verso le donne.
O, forse, a un livello più prodondo, odio verso la vita, che dalle donne scaturisce e che meglio di noi uomini rappresentano?

Le immagini sono a compenso dell’insopportabile di questo continuo di ferali feroci notizie che la metà del cielo maschile continua a produrre. Immagini di vita (immagini femminili) contro i fatti di morte.
Mauro Antonio Miglieruolo

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