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16 agosto 2014 / miglieruolo

IL QUARTO STATO

di Mauro Antonio Miglieruolo

Una foto che ricorda il dipinto famoso di Giuseppe Pellizza da Volpedo (IL QUARTO STATO, anno 1901), che ha avuto buoni precedenti in vari quadri preparatori, tra i quali spicca “la fiumana” (1895-1897)
La foto in questione è del 1902, scattata in occasione della manifestazione del Primo maggio. Sembrerebbe quasi che i manifestanti si siano disposti per riprodurre nella realtà quello che Pellizza da Volpedo aveva costruito sulla tela. Molto più probabilmente si tratta del ripetersi periodico della disposizione necessaria e propria alle manifestazioni.

13ago-QUARTO STATO
Ricordo di averne visto una dotata di una prospettiva quasi uguale muoversi lungo via Labicana, a Roma, verso la fine degli anni ’60 (o si tratta dei primi anni ’70?). Allora, in quegli anni di iniziale consapevolezza, mi colpì la sensazione di forza, la determinazione di quei lavoratori in marcia. Ne avvertii l’energia quasi fisicamente. Un momento che non ho mai dimenticato e che evidentemente non dimentica me, se pone sul mio cammino una foto quale quella che, per gentile concessione di Orazio Barrese, uno dei pochi che mantengono ancora il rispetto di se stessi e di ciò in cui hanno creduto, qui sopra riproduco.
Una foto che richiama il culmine di ogni stagione di lotta di classe: l’espressione diretta della forza delle masse, la possibilità manifesta di diventare responsabili in prima persona delle proprie rivendicazioni. Nel momento in cui la manifestazione ha avvio, l’influenza delle burocrazie sindacali, quelle di partito passa in secondo piano, la possibilità di dare avvio a una nuova storia, una storia diversa non più di soggezione alla logica del capitale, sta tutte nelle mani dei partecipanti.
Questa è la ragione per cui la borghesia ha sempre vissuto con terrore ogni momento di lotta e ha cercato con ogni mezzo, utilizzando la violenza psicologica, quella delle leggi e quella materiale, di ostacolarle; o, ancora meglio (meglio per il capitale) di svirilizzarle trasformandole in riti periodici, in passeggiate per le vie della città.
Di tanto in tanto però le masse scoprono la loro forza (come io con stupore la scoprii molti decenni or sono) e allora seguono brutti momenti per sua maestà il Capitale. Che all’improvviso si ritrova nudo e nudo tutti vedono.

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