(utili suggerimenti per gli uomini che vogliono, davvero, parlare con le donne, tratti da un più ampio articolo di Melissa McEwan. Trad. Maria G. Di Rienzo.)
1. Ogni donna è l’esperta della sua vita e delle sue esperienze.
2. Nessuna donna parla per tutte le donne.
3. Nessuna donna parla per tutte le femministe.
4. L’immersione in una cultura dove il maschio è trattato come la Norma (e la femmina come una deviazione da tale Norma), e dove la mascolinità è trattata come qualcosa a cui si deve aspirare (mentre la femminilità è indesiderabile), e dove le storie degli uomini sono considerate Quelle Degne di Essere Raccontate, e dove l’essere maschi è facilmente usato come sinonimo dell’essere persone e dell’essere umani, rende inevitabile che le donne di fatto sappiano di più del privilegio maschile di quanto gli uomini sappiano della marginalizzazione femminile. Questa è la realtà pratica di ogni tipo di privilegio: il gruppo dominante può esistere senza sapere nulla del gruppo marginalizzato, ma il gruppo marginalizzato non può esistere in sicurezza o esistere effettivamente senza sapere qualcosa delle norme e dei valori del gruppo privilegiato.
5. Vedere richiede uno sforzo. Anche se le vite degli uomini e delle donne possono apparire molto simili al primo sguardo, è scioccante quanto in realtà possono essere differenti.
6. Una donna con marginalizzazioni intersezionali non può smontarsi in pezzi. Chiedere ad una donna di mettere da parte la sua etnia, o disabilità, o sessualità, o tipo di corporatura, o statura, o qualsiasi altra cosa, per discutere di una “questione femminile”, è mancare di capire che l’essere donna di ciascuna di noi è inestricabilmente legato ad altri aspetti della nostra specifica identità.
7. Similmente, è ingiusto chiedere ad una donna di mettere da parte le sue esperienze personali e discutere istanze femministe in modo astratto. State discutendo della sua vita. Chiederle di “non metterla sul personale” equivale a chiederle di togliere l’essere donna dalla sua persona.
8. Voi non siete “obiettivi” sulle questioni che riguardano le donne perché non siete donne. Le vostre percezioni sono soggettive allo stesso modo di quelle della donna con cui state parlando, ma per ragioni diverse. Gli individui o sono marginalizzati dai privilegi o ne beneficiano. Questa è la realtà dei pregiudizi istituzionalizzati: compromettono tutti.
9. Non giocate all’avvocato del diavolo. Seriamente. No.
10. Ascoltate.
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Su quest’ultimo punto, il n 10, mi consento una gloassa. Maria G. Di Rienzo non chiede poco, chiede l’atteggiamento più ostico per qualsiasi essere umano, atteggiamento che comporta uguali difficoltà per gli uomini e per le donne.
L’ascolto. Tutto noi abbiamo bisogno di essere ascoltati, ben pochi sono coloro disposti all’ascolto. Nel caso di cui tratta il post ascoltare però non è un’opportunità o un obbligo. E’ una necessità. L’inizio della rivoluzione. La condizione senza la quale stabilire nuove modalità d’incontro tra donna è uomo diventa impossibile.
Il problema è (per ognuno) stabilire se il vantaggio di questi nuovi eventuali rapporti è sentito o meno. Io ritengo sia sentito. Purtroppo non abbastanza sentito e non da tutti.
Mauro Antonio Miglieruolo
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