I sentieri molteplici ad anelli
pluridimensionali,
disegnava formiche rigirate
les poissons, les nuages et l’escalier
mon bon Escher…
Domani? sarà lo stesso nastro e il suo rovescio
a recargli l’amore di cerbiatta
o un gioco d’anche.
E niente di esclusivo.
Avanzo, allora
le dita accoccolate nelle tasche.
Punto e a capo.
Colori di capelli seni e fianchi
eludo ancora
e chiedo al cielo un soprannome
per non essere penna che mi scrive.
Un nome da tenere nel segreto
con la fame di rose,
e con la sete
d’uno spicchio di cielo
metabolizzo il solco degli addii.
Come un piccolo geco in cerca d’aria
in bilico sul filo, lei vuole solo guadagnare l’ombra
per non morire di quell’ampio amare
05/10/2008 (blog-splinder)
I gechi mi piacciono, sono simpatici.
Questo mi piace anche di più.
grazie, Paola, anche a me son simpatici.
“e chiedo al cielo un soprannome / per non essere penna che mi scrive”… non tutti lo sanno e non tutti lo vogliono, ma questo è il compito
grazie, Lu, che sia il compito di ogni essere umano trovare il proprio nome nelle stelle?…
la ricerca estenua, ma è ineludibile.
Quell’ampio amare con un nome da tenere nel segreto con il pane e le rose. Perfetta!
giusto, Narda, con il pane e le rose, l’amore che tutto comprende…
grazie, Mauro, spero tu stia bene.
un caro saluto
cri