mimose temerarie
resistevano al vento di scirocco
la donna se ne stava rotondeggiante e fissa
quando s’aprì
nella carlinga del comò
l’uovo dell’uomo:
ne fuoriuscì la bella del reame
vestita bianca dalla testa ai piedi
lui ne vegliò la nascita e l’amò
vide il suo corpo arrendersi all’età
e seppe accontentarsi
d’azzurre velature _e rose due_
°
Anticipo di un paio di giorni la poesia del giovedì (in realtà raddoppio), poesia che a me sembra adattissima per festeggiare questa giornata la cui ricorrenza scaturisce da un fatto delittuoso di supersfruttamento: la morte in un incendio delle operaie della fabbriaca Triangle, che vi erano state chiuse dentro dal padrone (a mezzo dei suoi sgherri) per impedire loro di lasciare il posto di lavoro anche per pochi minuti. L’episodio si è però verificato il 25 marzo 1911, non l’Otto marzo. Non importa comunque il giorno, importa ricorda le 146 vittime innocenti alle quali, da questi Marchionne d’antan, sembrava persino troppo si allontanassero per fare i loro bisogni.
Aguzzini? Sì, certo. Ma anzitutto assassini.
Mauro Antonio Miglieruolo
per fortuna ci sono Uomini come te, che le ricordano, le affiancano, le amano…
Facile amare le donne. Sono l’unica cosa per la quale vale l’esperienza di scendere sulla Terra e fare esperienza. Una motivazione potente, un conforto, il riassunto della bellezza…
sottoscrivo. è molto gialla questa poesia, davvero mi dà questa sensazione: una mimosa e profumo
elia