Salon Zombie
In quel di Bari, Italia, anno 2017, annuncio via Facebook:
“Cercasi parrucchieri: no cadaveri, vogliamo persone che diventino leader, che con gentilezza sprizzino professionalità dagli occhi e delle quali i clienti si innamorino”. Retribuzione? Il gestore la valuta “al momento”, ma non so dirvi con esattezza cosa ciò significhi nell’era in cui parlare di tutele per i lavoratori / le lavoratrici è peccato mortale. Potrebbe essere una cosa del tipo: “Mercoledì e giovedì non hai mostrato sufficiente impegno per diventare leader, per quattro giorni i tuoi occhi non sprizzavano abbastanza professionalità e nell’ultimo weekend nessun cliente ha chiesto la tua mano… non credo proprio di poterti pagare questo mese.”
Non capisco neppure l’esclusione a priori degli zombie: ce ne sono così tanti, a Bari? E per di più disoccupati? Ad ogni modo, c’è un’altra categoria che il professionista dei capelli non tollera e non assumerebbe mai: le donne sposate e/o…
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