si aspettava
che con il grigio delle mezze voci
arrivasse l’avviso di sgombrare
nessuno aveva mai saputo quando
si stava appesantiti dai ricordi
_la memoria è il rovello degli umani_
nelle amnesie pietose si sperava
ci si ammalava di pensieri morti
si piangevano i vivi già mancanti
d’altronde s’era giunti a fine giorno
finivano le strade
e tutte conducevano al confine
apparivamo stanchi
avevamo rifatto tante volte
il letto e ripulito le soffitte
sembrava d’esser vuoti, si sostava
su minuscoli punto di contatto
_ respiri in equilibrio sulle punte_
in un accordo tacito fingemmo
di non esserci accorti di morire
un tanto al giorno
***
Terribile e meraviglioso, la morte ricondotta al ben poco che rappresenta, al poco d’ogni giorno, ogni giorno una occasione. A ben pensare la morte è una, la vita mille, forse milioni. Se non si apporfitta di questi mille, allora ci si inguaia forte.
Grazie d’avercelo ricordato.
Mauro Antonio Miglieruolo
grazie, Mam, un po’ in ritardo, ma giustificato dal trambusto, felice, in casa mia, per la nascita della mia bellissima nipotina Giada.
come sempre entri nel senso più profondo dei miei testi, ma non mi sorprendo più, in fondo viviamo e moriamo infinite volte e condividiamo ogni vita dando un senso alla morte.
forse proprio per questo l’Amore le contiene entrambe