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9 luglio 2013 / miglieruolo

Renzi, ovvero delle pessime intenzioni

Renzi, ovvero una faccia pulita con pessime intenzioni
Di Mauro Antonio Miglieruolo

Renzi non è solo l’uomo dalla parte di Marchionne “senza se e senza ma”, alias dalla parte più ferocemente antioperaia del capitale. Renzi è molto più e peggio:

è l’uomo che vuole “battere politicamente” Berlusconi e non “per via giudiziaria”. Il che ai miei orecchi suona alquanto “sinistro”, oltre che infido e pericoloso.
9luglioimagesL’affermazione a prima vista potrebbe apparire ragionevole e persino politicamente “avanzata”. Ma io mi chiedo, per chiederlo a tutti, che diavolo vuol dire “non per via giudiziaria”? e cosa “battere politicamente” un personaggio politico? La correttezza e l’onestà sono o non sono parte obbligata del patrimonio politico di ogni candidato? E dimostrarne la slealtà, licenziosità e disonestà uno dei principali temi attinenti alla competizione? Oppure è dato per scontata, o quantomeno considerato elemento secondario l’essere della mariuolaggine di questo o quell’avversario? faccenda relativa al penale e non l’ordinaria amministrazione di ciò che riguarda la cosa pubblica?
Credo che ognuno di noi darà una risposta positiva a tutte queste domande. Risponderà che, in tutta evidenza, la verifica dell’onestà personale è questione direttamente e pienamente politica, in mancanza della quale non dovrebbe neppure essere concepibile che uno possa avere voce in capitolo nelle competizioni elettorali; e che anzi, invece di giustificare o di ignorare la questione, qualsiasi uomo politico che si rispetto dovrebbe mobilitarsi affinché su chiunque sospettato di, tanto per fare un esempio, evasione fiscale (che poi sarebbe colui che dovrebbe esigere il pagamento delle imposte da parte della collettività: lui non paga, ma fa pagare gli altri); o di avere intrattenuto traffici sessuali con una minorenne, cada la aperta riprovazione dei cittadini; una riprovazione da diffondere, se non c’è: una riprovazione legata a regole molto più severe e stringenti di quella che, per legge, possono utilizzare i magistrati. Là dove infatti dovrebbero bastare la presenza di gravi indizi per condannare (moralmente) e quindi escludere dalla rappresentanza. Essere rappresentanti del popolo non dovrebbe costituire un privilegio, come hanno invece appreso a considerare la maggioranza degli eletti, ma un servizio, un onere, oltre che un onore del quale DIMOSTRARSI degni. Indipendentemente da condanne penali. Indegni, quindi, anche in presenza di comportamenti non sanzionali giuridicamente, ma che sono inaccettabili eticamente. Distinzione importante perché induce a passare dalle prove inconfutabili, ai gravi indizi, alle manifestazioni di aperta imprudenza (da parte del politico) per potergli dire: la galera no (non la si augura comunque a nessuno, anche se tu la daresti preventivamente a tutti i poveri ed emarginati), ma la politica ancor meno. Esente da sanzioni, non però libero di mettersi in vista e rappresentare in questo modo un esempio negativo agli occhi del paese.
9luglio-RENZI-matteo_renzi-2012-MSe questo non avviene, qualunque siano le ragioni, perché l’assuefazione alla corruzione, la connivenza con il malgoverno, o perché secoli di dominazione da parte di stranieri predatori hanno stratificato il qualunquismo (Franza o Spagna, purché se magna), compito del politico non è prosternarsi all’esistente, ma alzare il tono, parlare alto e forte e rimboccandosi le maniche, dare avvio a una battaglia culturale atta ad affermare il dovere dell’onestà e non gettarsi alle spalle questo compito con il pretesto di voler “battere politicamente” l’avversario; lasciato in questo modo libero di perseverare e alla corruzione di espandersi e trionfare.
Non ottemperare a questo dovere, che è il principale di un politico, la formazione della coscienza della nazione, non può che essere definito con la dovuta precisione: fare il pesce in barile. Soprattutto quando si tratta di un politico di sinistra. Ma Renzi non è di sinistra, neppure timidamente, dunque si può permettere di fare il pesce in barile. E, se del caso, anche il complice. Complice sarei io se tacessi su questo aspetto.
Il che porta a altre considerazioni. Che vanno ben aldilà dell’essere di sinistra. Che attengono all’essere all’interno dei principi democratico costituzionali. Il che pone l’ulteriore questione se il rispetto della legge riguarda esclusivamente i cittadini qualsiasi, oppure anche gli uomini politici. Cosa che dovrebbe valere anche per un onesto cittadino di destra (ve ne sono anche di questa specie). Se, insomma, siamo o meno al punto della sovversione definitiva del principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. O se si intende fare passare arbitrio del legislatore la norma che prevede l’’esclusione di un condannato per reati gravi dai pubblici uffici, per cinque anni o in perpetuo.
Non mi dilungo oltre. Non è necessario per vedere cosa c’è dietro “la faccia pulita” del signor Renzi.
Non altro che l’immane sporcizia che regna sovrana in questo interminabile crepuscolo della Repubblica Italiana.
Degna più di essere paragonata alla farsa da Basso Impero di Napoleone III, che al tragico declino delle democrazie degli anni venti.

3 commenti

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  1. grandeclaudios / Lug 9 2013 13:40

    giusto il rilievo su berlusconi, che va condannato per i suoi reati. e su questo non ci può essere nessun tipo di “perdono” ne’ di “amnistia”.
    Però, da TE, mi sarei aspettato qualcosina di più su Renzi. non basta questo per distruggere un uomo politico e tutto il suo retroterra…
    voglio sentire qualcosa di più…

    • miglieruolo / Lug 10 2013 13:35

      Ti ringrazio,
      anche della sollecitazione, la quale però abbisogna di una ulteriore riflessione. Personalmente non ho ancora del tutto chiaro il ruolo di Renzi. L’elemento di perplessità è dato dall’atteggiamento dell’apparato del PD, che nel suo insieme manifesta ostilità nei suoi confronti. Ma poiché questo apparato ha una sotanziale vocazione di destra, non riesco a comprendere le diffidenze nei confronti di Renzi. Forse perché troppo a destra? Non credo. Più probabilmente paura di perdere le rendite di posizione nel frattempo acquisite: ma anche questo, l’interesse personale, mi sembra insufficiente a spiegare l’assenza di una adesione di massa al renzismo.
      Ipotizzo ulteriormente: lo stile curiale del PD, dire e non dire, alludere, parlare a suocera perché nuora intenda, non appartiene a Renzi che parla un po’ più chiaro e con minori cautele. E se deve dire una bugia la dice e basta, senza troppi orpelli (vedi gli inesistenti ma vantatissimi 120.000 euro per l’affitto di Ponte Vecchio).
      Forse quest’ultimo è il punto: essere troppo sfacciatamente contro il patrimonio artistico italiano, contro i beni comunui, contro gli operai e per Marchionne, può determinare il distacco decisivo dalle masse che aprirebbe uno spazio reale alla formazione di un partito moderato di sinistra, contro la cui possibilità il PCI prima, i DS poi e gli attuali PD si sono battuti strenuamente.
      La formazione di un partito di massa socialdemocratico – peggio se di classe – porterebbe rapidamente il partito alla fine.
      Forse è questo il timore vero, timore segreto, che affligge il PD. Conquistare l’elettorato di destra, va certamente bene, chi potrebbe dirsi contrario? ma farlo compromettendo il già precario rapporto con i lavoratori costituirebbe una vera iattura.
      Renzi scommette di riuscirci, personalmente non ci credo. Spero di non sbagliarmi.
      Già quest’autunno credo vi potrà essere la verifica di quanto sopra.
      Dovrebbe pure rendersi possibile una analisi più approfondita del personaggio, che si differenzia dal sua partito su molti punti PUR AVENDO GLI STESSI SETTORI ECONOMICI COME RIFERIMENTO (destra del capitale industriale, finanza, tecnocrati).
      Chi vivrà, vedrà…

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