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11 novembre 2013 / miglieruolo

Sul podio e ovunque

Sul podio
dal blog lunanuvola di Maria G. Di Rienzo

Ultimamente, mi sto domandando se dovrei aprire qui una rubrica dal titolo “Le donne non possono”. La mia rassegna stampa è inondata da notizie che la rendono più simile ad un bollettino della schizofrenia, perché è solo insano leggere lo stesso giorno che “Le donne non possono portare i pantaloni” in tal paese e “Le donne non possono portare le gonne” in tal altro.


Alondra de la Parra

Alondra de la Parra

All’inizio di questo mese, il principale conduttore d’orchestra della Oslo Philharmonic e della Royal Liverpool Philharmonic, Vasily Petrenko, ha dichiarato ad un quotidiano norvegese che è meglio non avere donne a dirigere orchestre. Le donne non possono, perché “le orchestre reagiscono meglio quando hanno un uomo di fronte: avere una ragazza carina sul podio significa che i musicisti pensano ad altre cose.”

Anu Tali

Anu Tali

La sua collega Sarah Alexander, che è la principale direttrice della National Youth Orchestra, a volte condotta anche da Petrenko, ha commentato: “E’ spiacevole che Petrenko esprima una visione così ristretta, quando è il principale conduttore d’orchestra di un’organizzazione che è diretta da una donna, in cui le donne sono metà del corpo docente, in cui tutti i membri anziani dell’amministrazione sono donne, e il 50% dei membri sono giovani donne che noi incoraggiamo attivamente ad essere leader. E’ la prima volta che sento Petrenko dire qualcosa del genere.”

Han-Na Chang

Han-Na Chang


(Probabilmente non ha mai osato avendovi di fronte, Sarah.)

Jeri Lynn Johnson

Jeri Lynn Johnson

Comunque, questa ed altre reazioni di direttrici e musiciste hanno indotto Petrenko a cercare di rimediare, in uno sforzo che dalle mie parti si classifica come “peggio il rammendo dello strappo”: ha dichiarato infatti che si riferiva solo alle orchestre russe (???) e che sua moglie dirige un coro (!!!). Ma allora, direttore, le donne possono o no? Certo! “Il loro successo dipende dal loro talento e dal loro impegno, definitivamente non dal loro genere.”

Kayoko Dan

Kayoko Dan

Ecco, se lavorate sodo, ragazze, potete anche farcela. Basta che non andiate a dirigere in Russia, dove le orchestre sono al 100% composte da truzzi infoiati pronti ad usare spartiti ed archetti come oggettistica da film porno se solo sul podio compare una femmina. Ah, giusto: una “carina”. Bene, se siete ciofeche potete condurre una filarmonica anche a Mosca, tenetelo presente. E smettete di lamentarvi, perché le stronzate sessiste che affrontate sono semplicemente destino biologico, forza della natura e disegno divino.

Rei Hotoda

Rei Hotoda


Agli uomini, per esempio, in qualsiasi campo lavorare sodo serve meno, perché sono geneticamente predisposti all’eccellenza. Basta non provocarne la potenza di fuoco che si nasconde sotto l’uniforme da orchestrali, nella biancheria intima. Maria G. Di Rienzo

Marin Alsop

Marin Alsop


In memoria delle pioniere Antonia Brico (1902 – 1989), Sarah Caldwell (1924 – 2006), Judith Somogi (1941 – 1988). Le fotografie ritraggono direttrici d’orchestra viventi e operanti in tutto il mondo. In ordine di apparizione sono: Alondra de la Parra, Anu Tali, Han-Na Chang, Jeri Lynn Johnson, Kayoko Dan, Marin Alsop, Rei Hotoda, Sung Shi-Yeon, Theresa Cheung, Zhang Peiyu.
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Sung Shi-Yeon

Sung Shi-Yeon


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Theresa Cheung

Theresa Cheung


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Zhang Peiyu

Zhang Peiyu


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Sarebbe interessante interrogare Petrenko per sapere cosa,a suo dire, accade alle orchestrali dirette da uomini. Si distraggono anche loro?
Confesso che sul momento in questa stupidaggine sono caduto anche io. Grazie a Maria G. Di Rienzo ho avuto modo di riflettere e di capire. Capire quanto profonda, insinuante e spietata sia la mentalità discriminatoria che domina le nostre menti. La mia come quella degli altri.
Ogni scusa è buona per dire che le donne non dovrebbero, non potrebbero, è sconsigliabile facciano questo o quello.
Faccio appello alla clemenza di tutte le signore. Ce ne concedono molta, possono, pur sospirando estenuate, farlo una volta ancora?
Mauro Antonio Miglieruolo

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